«Voglio questo figlio con tutta me stessa ». Lo ha spiegato, poi urlato, con le lacrime agli occhi e la forza dei suoi 17 anni, ai genitori, convinti che fosse meglio abortire.
Così Anna (nome di fantasia) è entrata in uno studio legale decisa a chiedere aiuto al giudice tutelare. La gravidanza procede fino a quando il pancione comincia a essere evidente. (continua) ↓
I genitori la conducono in una casa- famiglia, per nascondere la «vergogna ». Anna partorisce, ma non riesce a vedere il neonato, già destinato a nuovi genitori.
Poi il colpo di scena, dopo un nuovo incontro tra Anna, e i genitori l’accordo: il bimbo Anna lo crescerà a casa di mamma e papà. Prudente l’avvocato: «Se c’è l’accordo, deve essere messo nero su bianco». ↓
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