È un dolce preparato in tutti i periodi di festa. Il nome pitta mpigliata deriva dall’ebraico e dall’arabo pita, che significa schiacciata.
Il periodo al quale si fa riferimento della nascita della pitta mpigliata è il 1700.
Per la pasta: un bicchiere di olio di oliva, due uova, un bicchiere di vino moscato bianco, 500 gr di farina 00 per dolci, un pizzico di sale, una bustina di lievito chimico.
Per il ripieno:
200 gr di gherigli di noce tritati
50 gr di pinoli
100 gr di uva passa
250 gr di miele
zucchero, q.b.
un pizzico di canella
fichi secchi spezzettati, q.b.
Intiepidite l’olio e il vino moscato, versateli in una capace insalatiera, aggiungete le uova, il pizzico di sale e la farina.
Lavorare fino ad ottenere un impasto compatto. Alla fine, unite il lievito.
Lavorate poi ancora un poco la pasta sulla spianatoia, dividetela in tre pezzi e tiratela in una sfoglia tonda e due quadrate.
Su queste ultime stendete il ripieno che avrete preparato mescolando gli ingredienti in una terrina.
Tagliate dei rettangolini che arrotolerete disponendoli sulla sfoglia rotonda (che avrete sistemato in una teglia unta e infarinata) cosparsa di zucchero, cannella e miele, come fossero dei fiori.
Metteteli l’uno vicino all’altro e aprite leggermente l’orlo superiore dando loro la forma di petali.
Infornare per 40 minuti circa a 180°C se il forno è statico o a 160°C se è ventilato.
Se durante la cottura la pitta vi sembrasse piuttosto asciutta aggiungetevi del miele disciolto in un po’ d’acqua.
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