L’intervento non ha precedenti in Calabria ed è il secondo ad essere stato effettuato in Italia.
A riceverlo, un paziente portatore di stent coronarico che a causa di formazioni calcifiche nel vaso, era sottoespanso e aveva perduto la sua corretta geometria, compromettendo così il regolare flusso del sangue.
«Lo “Shockwave” (questo il nome della procedura, ndr) – spiega il dottor Gaetano Morabito, emodinamista dell’équipe diretta dal dottor Bindo Missiroli – è una metodica innovativa che sfrutta delle onde d’urto simili a quelle utilizzate per il trattamento dei calcoli renali. (continua)↓
Si tratta in particolare di un palloncino, che introdotto per via percutanea in coronaria viene gonfiato a basse atmosfere e che, opportunamente collegato a una macchina, invia degli elettroimpulsi in cicli da dieci secondi ciascuno che sono in grado di frantumare il calcio presente sulle pareti del vaso. Fonte e approfondimenti: ↓ Corrieredellacalabria.it ↓
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