ALZHEIMER, SVILUPPATO UN NUOVO TRATTAMENTO CHE RIPRISTINA LA FUNZIONE DELLA MEMORIA

La patologia si manifesta soprattutto in età avanzata, ma non sono rari i casi in cui essa si sviluppa in maniera del tutto precoce. Di Alzheimer soffrono tantissime persone nel nostro Paese. Gli scienziati si stanno interrogando ancora su come fare per impedire alla patologia di svilupparsi.

Ma da quanto si apprende in questi giorni dalla stampa internazionale, la ricerca sta facendo passi da gigante in questo senso, e infatti pare che si sia trovata una soluzione per far sì di ripristinare in qualche modo la funzione della memoria e quindi rischiare di non sviluppare una patologia avanzata.

Dobbiamo ricordare che contro questa patologia non esiste un vaccino. Ma da quanto si è appreso il Queensland Brain Institute presso l’Università del Queensland, in Australia, ha sviluppato una tecnica che consentirebbe alle persone di avere effetti positivi sulla memoria anche a lungo termine.

Visto che l’Alzheimer è causata come abbiamo detto da amiloidi che si trovano tra i neuroni, la tecnica messa a punto dagli scienziati australiani consiste nell’utilizzo di un particolare tipo di ultrasuoni chiamato ultrasuoni per il fuoco terapeutico, che invia fasci di onde sonore al tessuto cerebrale in modo non invasivo.

Queste onde sarebbero quindi in grado di aprire gradualmente la barriera emato-encefalica e quindi avere degli effetti positivi sulla memoria.

Il tutto, sperimentato già sui topi, ha mostrato come nel 75% degli animaletti testati non ci siano stati danni alla regione encefalica e si è inoltre scoperto che e i topi trattati eseguivano meglio tre compiti di memoria: un labirinto, un test per convincerli a riconoscere nuovi oggetti e uno per ricordare loro i posti da evitare.

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