E’ calabrese il dolce che Gabriele D’annunzio definì un’autentica delizia. (Foto)
Anche il poeta Gabriele D’annunzio li definiva un’autentica delizia.
I panicilli sono un prodotto tipico della Riviera dei Cedri (Cosenza) e consistono in fagottini di uva passa avvolta in foglie di cedro insieme a pezzetti di scorza dello stesso agrume.
Per la buona riuscita di questo dolce è indispensabile che l’uva venga raccolta a luna calante, e che i grappoli utilizzati siano rigorosamente di qualità zibibbo.
Per trasformare l’uva zibibbo in passuli si deve seguire una lenta e meticolosa lavorazione.
I grappoli d’uva appena raccolti vengono legati ad un bastone ed immersi per poco tempo in una soluzione di acqua e cenere, per la disinfettazione.
I grappoli così trattati sono pronti per essere essiccati. Dopodichè gli acini passiti vengono staccati e selezionati uno ad uno, lavati per rimuovere cenere ed impurità.
Infine vengono adagiati su due foglie di cedro aromatizzati con scorzette di cedro, e cotti in forno.
Per consumarli bisognerà staccare gli acini uno ad uno, assaporandoli assieme ai pezzetti di buccia di cedro contenuti nell’ultima foglia.
Così scriveva D’Annunzio nella sua opera “Leda senza cigno”: “Sorrido pensando a quegli invogli di fronde compresse e risecche, venuti dalla Calabria che un giorno vi stupirono ed incantarono, quando ve li offersi sopra una tovaglia distesa sull’erba, non ancora falciata …”.
Come si evince anche da questo brano, il grande poeta era, infatti, solito offrire i “panicilli” alle sue innumerevoli conquiste femminili. ↓