E’ calabrese uno dei salumi più buoni del mondo: ecco quale.
E’ ricavato dal cuore della coscia di suini neri di Calabria allevati allo stato semi brado.
Cosparso di salsa di peperone dolce e lasciato ad asciugare con la brezza del mare Tirreno propria di Belmonte Calabro(Cs).
Il “Gammune” di Belmonte, si è da tempo conquistato un posto di rilievo tra i prodotti di punta della norcineria calabrese.
Assai simile al culatello e alla spagnola “pata negra”, il salume calabrese deve il suo nome all’adattamento probabilmente dialettale del “jamon” iberico.
Le origini di questo salume affondano nelle ottocentesche tradizioni contadine della regione.
Da sempre, del resto, nelle famiglie calabresi si allevavano uno o due maiali per costituire una riserva di carne, e non solo. ↓
Un ritorno all’antico che, nel nome di questo salume, si è realizzato di pari passo con il recupero e il rilancio della razza autoctona del suino nero di Calabria il cui grasso è caratterizzato dalla presenza molto salutare di omega 3 e 6.
I suini neri, infatti, sono allevati anche adesso in boschi ricchi di faggi, castagni e querce, all’interno di piccoli recinti, e si nutrono di ghiande, tuberi, castagne, cereali locali e ortaggi.
Preparazione.
Avviene disossando la coscia del suino nero, stando molto attenti a non intaccare la carne e i nervi e preservando anche uno strato di grasso alto due dita intorno alla coscia.
Il ricavato viene poi salato e aromatizzato con la salsa di peperone.
Utilizzando la vescica del suino o le pleure distaccate dal grasso, infine, si ottiene così una sacca che facilita la stagionatura sublimata dal clima e dalla brezza che sale dal mare.
Il peso del “Gammune”, che viene stagionato per almeno 16 mesi, varia dai due ai tre chili e mezzo.
“Un prodotto di nicchia – spiega il presidente del Consorzio, Mario Arlia – sicuramente da tutelare e valorizzare e che può meritoriamente fregiarsi del titolo di ambasciatore della cucina tradizionale calabrese“. (Ansa) ↓