Per la prima volta in Italia, infatti, l’innovativa metodica che sfrutta degli impulsi simili a quelli utilizzati per il trattamento dei calcoli renali è stata applicata per il trattamento di una stenosi (restringimento) a livello dei tronchi sovraortici.
«L’arteria che abbiamo trattato – spiega Placido Grillo, cardiologo interventista dell’équipe diretta dal dottor Bindo Missiroli – è la cosiddetta “Anonima”, che garantisce l’afflusso di sangue alla parte destra del cervello, del cervelletto e al braccio destro attraverso l’arteria succlavia.(continua) ↓
Il caso si presentava particolarmente difficile perché la placca calcifica coinvolgeva in maniera circonferenziale l’intera arteria; per cui l’utilizzo di un pallone convenzionale non ci avrebbe consentito di disgregarla.
L’alternativa sarebbe stata un intervento chirurgico per l’applicazione di un by-pass. Quindi una procedura invasiva, in una donna quasi ottantenne che però difficilmente avrebbe potuto reggere quel tipo di intervento.
Da qui, la decisione di offrire alla paziente l’opzione dello Shockwave». ↓
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