Calabria: la fantastica storia del tesoro di Alarico. Leggenda o realtà?

Nella notte del 24 agosto del 410 D.C. Alarico, Re dei Visigoti, entrò con il suo esercito in Roma, passando per Porta Salaria.

Dopo tre giorni di saccheggi e violenze i barbari abbandonarono l’Urbe e si di­ressero verso il Sud della penisola, con l’intenzione di raggiungere le cos­te africane per nuove invasioni e conquiste.

Ma improvvisamente Alarico, ap­pena 40enne, si ammalò improvvisamente e morì nei pressi dello Stretto.

Narra la leggenda che i Visigoti, per evitare che i romani potessero violare la tomba del loro re, deviarono il fiume Busento nei pressi di Cosenza e sep­pel­lirono nel suo letto Alarico con tutte le sue armi, il suo cavallo ed il suo tesoro. (continua)

Uno straordinario tesoro di valore inestimabile. Un favoloso bottino da 25 tonnellate d’oro e 150 d’argento.

In seguito poi ripristinarono il normale corso delle acque.

Gli schiavi usati per deviare temporaneamente il corso del fiume furono uccisi, affinchè non potessero rivelare a nessuno il segreto.

Una leggenda ricca di fascino che ha ispirato August von Platen-Allermunde per la poesia Gram im Busento, tradotta in italiano dal Carducci.

 

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