In Calabria meravigliose formazioni preistoriche ricche di storia e leggenda.
Immergendosi nel fascino degli itinerari aspromontani, si giunge ad un paesino smarrito nella notte dei tempi: Roghudi.
Anche a Roghudi(Rc), la natura selvaggia ha regalato una collezione di pietre cariche di leggenda, conferendo alla vallata un alone magico e misterioso in grado di suscitare emozioni.
Proprio in mezzo alla sensazione di quiete e solitudine, si trovano due formazioni geologiche naturali che sembrano messe di guardia all’intera vallata: le Caldaie del Latte e la Rocca del Drago.
Le prime somiglianti a degli enormi pentoloni calcarei, la seconda dal profilo aquilino e sinistro in cui l’erosione ha scavato due solchi che ricordano veramente gli occhi di un mostro.
I due massi dalla forma bizzarra narrano di una storia fantastica i cui protagonisti sono un drago, un monaco e gli abitanti del paese. ↓
La leggenda narra che la Rocca fosse la dimora, appunto, di un drago, custode di un tesoro, che passava il tempo a terrorizzare gli abitanti della zona.
Ogni volta che aveva fame se la gente non lo accontentava, dava ordine di portare i bambini al suo cospetto per poi divorarli.
Poco più avanti, le Caldaie del Latte fungevano da serbatoi da dove gli abitanti prelevavano il nutrimento da offrire al mostro affinché smettesse di cibarsi dei fanciulli.
Fu l’intervento di un frate di un convento vicino a tenerlo buono per un periodo.
Ogni giorno egli si recava dal drago e lo distraeva con una conversazione lasciando così tranquilla la gente del luogo.
Ma quando il frate morì il drago tornò alle sue vecchie abitudini e gli abitanti piegati dalla violenza e dai continui smottamenti abbandonarono il paese.
Si narra che il drago sia ancora lì, nella sua minacciosa Rocca, che guarda nelle vicinanze ed è sempre più triste perché non ha nessuno con cui parlare. ↓