“Agiva in modo violento per sottrarre la figlia dalla tossicodipendenza e per via della frustrazione per non essere riuscito ad allontanare la ragazza da quell’inferno” così un giudice ha assolto il padre.
Da quell’intervento, nell’estate dello scorso anno, era partita la denuncia querela della ragazza nei confronti del padre, poi però ritirata, e la scoperta di una situazione famigliare al limite con continue violenze verbali e fisiche.
Atteggiamenti che sarebbero andati avanti per anni tra le mura domestiche ma che nessuno aveva mai denunciato. Un giorno però, il marito della donna, scopre tutto vedendo la moglie piangere disperata in camera abbracciata al suo bimbo.
Per il giudice, dunque, nella famiglia non sembrano essersi originati un “continuo e costanti patimento e sofferenza psichica e fisica” e “quello stato di soggezione e prostrazione tali da rendere la convivenza insostenibile”.
Lo stesso giudice ha dichiarato il non doversi procedere invece per il reato di lesioni dopo il ritiro della querela da parte della figlia dell’imputato.
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