L’idea di “allevare” questa lavanda, denominata “Loricanda“, nasce da un’idea dei coniugi Rocco, che nel 2007 decisero di affidare al Cnr di Bologna la realizzazione in vitro di questa tipologia di lavanda.
Fino alla metà circa del XX secolo, infatti, cresceva spontaneamente da queste parti la lavanda vera, a quote tra i 900 e i 1700 metri di altitudine.
Nello specifico, la contrada “Calice” e la “Tenuta della principessa”, fino alla contrada “Campiglione” e a quella “Barbalonga”. (continua) ↓
Tutte zone del Pollino ricche di lavanda. Qui veniva raccolta con la falce e distillata, per poi da lì essere venduta all’industria farmaceutica Carlo Erba di Genova.
Quindi la crescita spontanea di lavanda creava reddito, lavoro, portava quel minimo di ricchezza.
Poi, dopo le opere di rimboschimento realizzate sul finire degli anni 50′, quasi tutta la lavanda del Pollino scomparve.
Fino all’azione intrapresa dai coniugi Rocco.
Con tenacia e passione, a Morano Calabro(Cs), dopo aver valutato la possibilità di riprodurre nuovamente la lavanda sul Pollino, hanno iniziato a produrla in quantità molto maggiori.
Ottenendo due risultati. Da un lato, economico. Dall’altro riuscire a preservare una lavanda, che rischiava di sparire per sempre. ↓
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